Casi di malasanità in Italia: come possiamo proteggerci
Nonostante il sistema sanitario nazionale italiano (SSN) sia un’eccellenza a livello mondiale, ogni anno in Italia si verificano casi legati alla malasanità, e cioè errori medici o del personale sanitario che possono comportare danni più o meno gravi ai pazienti.
Secondo lo Sportello Legale Sanità, un ente che si occupa di tutelare i diritti dei pazienti in Italia, ogni anno nel nostro Paese vengono istruite circa 300.000 cause pendenti contro medici e strutture sanitarie. Ad accompagnare il triste dato si aggiungono le 35.000 richieste annuali di risarcimento per danno biologico, ovvero lesioni che possono portare anche a invalidità permanente o al decesso.
La maggior parte degli errori medici, il 38,4%, riguarda le attività chirurgiche. A seguire ci sono gli errori diagnostici (20,7%), gli errori terapeutici (10,8%) e le infezioni avvenute in ospedale (6,7%).
I reparti che invece ospitano il maggior numero di incidenti sono: ortopedia e traumatologia (20,3%), chirurgia generale (12,9%), interventi di pronto soccorso (12,6%) e ostetricia e ginecologia (10,9%).
A livello geografico, le aree in cui si verificano maggiormente questi episodi sono il Sud e le isole con il 44,5% dei casi, seguite dal Nord con il 32,2% e il Centro con il 23,2%.
Tra le cause principali degli errori commessi da medici e infermieri ci sono lo scarso numero dei posti letto per i pazienti e il basso numero di infermieri.
Il primo problema: secondo i dati OCSE, ci sono 3,2 posti letto ogni 1.000 abitanti, un gap notevole se si pensa che Paesi come la Germania e la Francia hanno rispettivamente 7,9 posti letto per 1.000 abitanti e 5,8 posti letto per 1.000 abitanti. E pensare che nel 1975 l’Italia vantava 10,6 posti letto ogni 1.000 abitanti.
Il secondo problema è legato al basso numero di infermieri: sempre secondo l’OCSE, in Italia sono 5,8 ogni 1.000 abitanti, un numero molto basso rispetto a Germania (12,9), Regno Unito (7,8) e Francia (10,8).
Ma qual è la causa di tali problemi?
Una spesa pubblica bassa per la sanità italiana. Secondo un rapporto Eurostat, l’Italia occupa il 12esimo posto per quanto riguarda la percentuale di PIL investita in spesa sanitaria, pari all’8,7%. Ancora una volta il divario è ampio se si considerano i principali Paesi dell’UE, come la Germania (11,7% del PIL), la Francia (11,1% del PIL) e la Spagna (9,1% del PIL).
Fortunatamente ci sono delle soluzioni per difendere la salute, ovvero le assicurazioni.
Esistono diversi pacchetti assicurativi in materia di salute, come polizze ad hoc per assicurare un sostegno economico concreto alla famiglia nel caso in cui un evento doloroso provocasse la scomparsa prematura dell’assicurato.
Ci sono anche delle soluzioni per proteggere se stesso e/o i propri cari da ogni tipo di imprevisto, come infortuni e malattia; e delle polizze che assicurano un sostegno economico in caso di perdita dell’autosufficienza, un problema che affligge 3 milioni di italiani.
La malasanità è un problema atavico del Bel Paese, la cui soluzione non è facilmente attuabile. Nel frattempo è possibile proteggere la nostra salute e quella di chi ci circonda attraverso le assicurazioni, per un futuro più sicuro e sereno.
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