IUS SANGUINIS, IUS SOLI E IUS CULTURAE
Ottenere la cittadinanza di un Paese non vuol dire solo ricevere un pezzo di carta, dei documenti e poter votare i propri rappresentanti alle elezioni, che pure è un diritto importantissimo, significa soprattutto appartenere a una comunità della quale si condividono i valori, la cultura, la storia, i comportamenti…insomma, tutto! Ogni cittadino di una nazione, appartiene a una grande famiglia.
Se la tua famiglia, i tuoi genitori non sono sempre vissuti in Italia e non sono italiani, diventare italiano diventa un po’ complicato.
Di fatti, in Italia vige lo IUS SANGUINIS. Che cosa significa? In parole povere significa che puoi prendere la cittadinanza italiana se uno dei tuoi genitori te la può trasmettere essendo egli stesso italiano.
Secondo la legge in vigore, i figli di genitori stranieri, dunque che non possiedono la cittadinanza italiana, possono diventare cittadini solo al compimento dei 18 anni d’età, sempre che lo desiderino e che abbiano sempre avuto residenza in Italia.
Dall’altro canto c’è lo IUS SOLI, sono due parole latine che significano “legge del suolo”. Con lo Ius Soli, infatti, chiunque nasca “sul suolo” di una certa nazione ne diventa automaticamente cittadino. Varie volte, questa legge è anche stata proposta in Parlamento ma purtroppo è sempre arenata.
Si parla anche della versione “temperata” di questa legge che detta che chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso di un permesso di soggiorno lungo e risiede in Italia legalmente e in via continuativa da almeno cinque anni, diventa automaticamente cittadino italiano.
Accade però, che questa legge venga applicata in Italia in casi particolari:
- in caso di nascita sul territorio italiano da genitori ignoti
- in caso di nascita sul territorio italiano da genitori apolidi
- in caso di nascita sul territorio italiano da genitori stranieri che, secondo la legge dello Stato di provenienza, non possono trasmettere al figlio la propria cittadinanza.
Abbiamo sentito discutere tanto anche in merito allo IUS CULTURAE che prevede che i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di età possono diventare italiani dimostrando di aver frequentato regolarmente almeno 5 anni di percorso formativo. Possono essere uno o più cicli scolastici, oppure corsi di istruzione professionale triennali o quadriennali che diano una qualifica. Nel caso sia la scuola primaria, essa deve essere completata.
In un mondo che si sta sempre di più globalizzando e dove le frontiere, almeno per merce e denaro, sembra stiano svanendo, forse i vari Paesi riusciranno a trovare la forma giuridica adatta per garantire i diritti di tutti i cittadini che in questi Paesi vivono, studiano e lavorano.
“I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti.”
PAPA FRANCESCO