Lavoratore domestico: ingresso in Italia e regolarizzazione
In Italia le assunzioni dei lavoratori stranieri sono regolate dal Decreto Flussi che viene pubblicato annualmente dal Governo sulla Gazzetta Ufficiale e stabilisce il numero massimo di lavoratori stranieri che possono essere assunti in base alle necessità del mercato italiano.
Dopo aver visto il Decreto Flussi il datore di lavoro può assumere un lavoratore domestico a condizione che:
– il datore di lavoro dimostri di avere una disponibilità economica sufficiente a sostenere gli oneri retributivi e assicurativi legati all’assunzione del lavoratore;
– il lavoratore sia residente all’estero e non sia mai stato condannato per reati come l’immigrazione clandestina, rapina o furto, ecc. Inoltre, non deve aver mai subito un provvedimento di espulsione dall’Italia o dall’area Schengen;
– la durata dell’orario di lavoro non sia inferiore alle 20 ore settimanali e la retribuzione minima mensile da garantire sia almeno pari all’importo dell’assegno sociale dell’anno di riferimento.
Il datore di lavoro dovrà presentare la richiesta nominativa per l’autorizzazione al lavoro. Si tratta di un contratto particolare chiamato contratto di soggiorno che, oltre a contenere le informazioni riguardanti l’orario, il luogo di lavoro e la retribuzione, impegna il datore di lavoro a rispettare determinati obblighi.
Inoltre, bisognerà inserire l’identificativo del pagamento di una marca da bollo del valore di 16,00 euro.
Acquisiti tutti i pareri, lo Sportello Unico per l’Immigrazione convoca il datore di lavoro per il rilascio dell’autorizzazione al lavoro definitiva, il cosiddetto nulla osta.
Al momento del ritiro del nulla osta, il datore di lavoro dovrà presentare:
- fotocopia del proprio documento di identità;
- fotocopia del passaporto del lavoratore;
- certificato di idoneità alloggiativa;
- la marca da bollo utilizzata per l’invio telematico della domanda.
Al momento della consegna del nulla osta al datore di lavoro, lo Sportello Unico provvede ad inoltrare una copia anche al Consolato Italiano nel luogo di residenza del lavoratore.
Entro 6 mesi dalla consegna di quest’ultimo il lavoratore deve provvedere alla richiesta del visto di ingresso per lavoro.
Entro 8 giorni lavorativi dall’ingresso in Italia lo straniero deve recarsi presso lo Sportello Unico per l’immigrazione per la firma del contratto di soggiorno e per la richiesta del permesso di soggiorno.