Storia del diritto di voto in Italia
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Art. 1, Costituzione
Ultimamente abbiamo letto nei giornali o sentito in TV la proposta di abbassare la soglia minima di età per il diritto al voto da 18 a 16 anni. Non è la prima volta che se ne parla e non sarebbe l’Italia il primo Paese ad adottarla.
Ma che cos’è il voto? Quando hanno potuto votare i cittadini italiani e le cittadine italiane?
Innanzitutto, forse è necessario chiarire che il voto è lo strumento con il quale il popolo esercita il suo potere. Infatti, nei regimi democratici è il popolo che si autogoverna, scegliendo liberamente i suoi rappresentanti. Il concetto di democrazia non è recentissimo anzi, nasce nel VI secono a.C ad Atene.
Nel corso della storia questo concetto è stato accantonato, dimenticato.
Quando parliamo dell’Italia dobbiamo ricordarci che esiste, così come la conosciamo, solo dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Quindi, dal 27 gennaio e 3 febbraio 1861 si votò per la prima legislatura del Regno D’Italia.
Il diritto al voto era riservato esclusivamente ai maschi dell’alta borghesia, ovvero a coloro che pagavano un certo ammontare di tasse all’anno allo Stato e avevano più di 25 anni. Nel 1881 il diritto fu esteso comprendendo anche la media borghesia e l’età minima fu abbassata a 21 anni. Il suffragio universale maschile si raggiunse solo nel 1918.
E le donne? I loro diritti, includendo il voto, sono sempre stati trascurati nel corso della storia in tutti i Paesi del mondo. Una delle figure più attive nel rivendicare il voto alle donne è stata la pedagogista Maria Montessori che nel 1906 scrive:
“Donne tutte sorgete! Il vostro primo dovere in questo momento sociale è di chiedere il voto politico”.
Le donne conquisteranno questo diritto negato solo nel 1945 e il debutto avvenne con le elezioni amministrative e poi col referendum istituzionale del 1946. L’eleggibilità delle donne viene stabilita, invece, con un decreto successivo nel 10 marzo del 1946
Oggi, il diritto al voto, in Italia, è riservato a coloro che sono in possesso della cittadinanza italiana ed hanno raggiunto la maggiore età.
Dal 1996 possono votare, esclusivamente per le elezioni europee e quelle comunali i cittadini europei residenti in Italia . Ovviamente anche i cittadini italiani residenti all’estero regolarmente iscritto all’A.I.R.E., continuano ad avere il diritto di voto in Italia.